Sagome

Regia: Marco Monfredini, Fabio Palazzolo

Autori e interpreti:

Serena Bavo, ElisaCassissa, Katiuscia Cristella,
Gianni De Luca, Gianfranco Franzoni, Olga
Manca, Marco Monfredini, Claudia Novaretto,
Fabio Palazzolo, Nunzio Valente, Luigi Zelano

 

Creazione collettiva_Produzione 2000-01

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Siamo sempre aperti alla comunicazione? E’ che… non c’è tempo. Non riusciamo ad incontrare gli amici. Parliamo con l’inoltro di chiamata a segreterie telefoniche di altre segreterie telefoniche. Però c’è internet, l’abbonamento Rai Sat,  piccolissimi cellulari impermeabili con cui possiamo comunicare dalla doccia di casa, anche con la luna. Potremo fare l’amore per mezzo di una chat line o per SMS. Certo, ci vuole tanta immaginazione con soli 160 caratteri per volta!

Cosa manca allora? Perché i suicidi, perché la solitudine, perché la follia?

Prima oltre le parole c’era lo sguardo e  il corpo, poi solo le parole e il loro suono, ora solo le parole su uno schermo. A volte niente per paura di essere fraintesi. Il linguaggio cambia e diventa generico e superficiale. Aumentano l’incomprensione e la carenza di rapporti profondi -Ho paura di non capire di non essere capito forse è meglio non provare.- Aumenta il senso di solitudine, la depressione e il panico e tutto ciò determina un ulteriore isolamento. -Mi sento solo e sto male e più sto male più resto a casa.
Il mondo comunica con mezzi sempre più sofisticati ad un ricevente divenuto sordo. La comunicazione paradossalmente ha generato non comunicazione.
Un gruppo di individui-sagome senza personalità vengono invitati in questo luogo. E sono talmente immersi nella loro maschera di incomunicabilità che sembrano cliché  ambulanti. Non parlano tra loro. Ma quando non ci si conosce la voglia di raccontarsi è  forte, l’importante è rompere il ghiaccio. Attraverso il racconto di un pezzo della propria vita: mancate comunicazioni, solitudini, amori incompresi… con molta autoironia, le “sagome” un po’ per volta rompono il diaframma dell’apparenza e provano a comunicare. Si confrontano, recuperano vecchi canali di comunicazione in disuso: lo sguardo e il gesto. Prendono coscienza di se e degli altri: un primo passo per allontanare la solitudine e per essere meno “sagome”.
Lo spettacolo parte dal gruppo e dalle esperienze personali di ciascuno degli attori. Queste, opportunamente canalizzate e strutturate nel training, hanno costituito lo scheletro psicologico dello studio. Ogni individuo-attore è il creatore dello spettacolo. Il gruppo ne è la forza emotiva per la trasmissione al pubblico. Alla regia il compito di coordinare armonicamente tutto il materiale senza l’imposizione di alcun clichè.

 

Fotografie di FMP

 



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