Progetti paralleli | Ogni luogo è il centro del mondo

Ogni Luogo è il Centro del Mondo

Progetto realizzato per l’Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano

Regia:Patrizia Besantini, Marco Monfredini

Con: Nathalie Bernardi, Silvia Bologna, Melania Coppola, Laura Graziani, Giuliano Contardo, Riccardo Maffiotti, Patrizia Meneghello

Scene: Marco Monfredini con la collaborazione di Fabio Andreotti

Progetto luci: Marco Monfredini

Fonica: Patrizia Besantini

Musiche: Circo Diatonico, Last of Mohicans, U2, Whisky trail, Zecchino d’oro

Organizzazione: Emanuela Arena, Giuliano Contardo

Venerdi 13 giugno ore 21.30 Grazzano Badoglio (AT) – Cava di Roncrosio | Domenica 15 giugno ore 18 Tonco (AT)

Anno 2003

_____________________________________________

Lo spettacolo nasce da un progetto dell’ Ecomuseo del Basso Monferrato riguardante la valorizzazione della memoria immateriale dei luoghi dell’Astigiano. Nasce dall’idea di chiamare degli artisti, nella fattispecie di teatro, per farli soggiornare sul territorio al fine di reinterpretare in forma artistica la loro esperienza diretta. Gli attori hanno svolto un laboratorio in sinergia con il territorio, la natura e l’ambiente rurale urbano ospitato da un’azienda agrituristica ai piedi della cava dove è stato svolto lo spettacolo.

L’obiettivo è stato di trasformare in performance fisico/gestuale/sonora dati etnografici attraverso un lavoro di ricerca su memorie, miti, figure storico/leggendarie del territorio e della gente del Basso Monferrato Astigiano. Il ritmo del lavoro è stato scandito dall’alternarsi di momenti di laboratorio attorale fisico e pedagogico a momenti in cui il gruppo di artisti si è posto in relazione con il territorio interagendo attivamente con esso, attraverso: sopralluoghi, percorsi, itinerari guidati, indagini sul campo e soprattutto incontri con esperti, operatori, artisti, artigiani e abitanti del luogo che hanno messo la loro esperienza e le loro conoscenze (il loro “fare”) al servizio degli artisti. I materiali emersi sono stati poi rielaborati da un punto di vista performativo e ricomposti in una partitura scenica/gestuale/sonora in modo tale da condurre lo spettatore attraverso sentieri vecchi e nuovi della memoria.

Da qui è nato:  Ogni luogo è il centro del mondo

“Io sono uno spaventapasseri. Non conosco altro luogo che la valle e il mio campo. La notte guardo le stelle e canto. Una volta però sono andato in paese e ho visto gli uomini…”

Il rapporto con la terra, la natura, le persone, gli odori, i rumori è stato il vestito di un popolo di spaventapasseri. La drammaturgia si snoda sui rapporti che si vengono a creare dalla vita –non vita di queste creature tipicamente rurali, ma vive e ricche della loro memoria tradizionalistica. Gli spaventapasseri sono alla ricerca della propria anima.

Anima che “è in cielo, ma scende sopra campo solo per poco tempo. Con anima potrete cominciare a vivere veramente. Anima serve per completarvi. Senza anima non tutto è possibile per voi. Anima muove gambe ferme nella terra, anima da voce ai pensieri…

Queste sono le parole del loro creatore che li guida affettivamente e furbescamente attraverso il loro percorso di conoscenza che diventerà successivamente liberazione. Il cerchio continua a vorticare tra il tessuto di desideri, paure, momenti di difficoltà, momenti di gioco degli spaventapasseri che cercano di portare lo spettatore a contatto con la propria intimità.

“Gli uomini hanno le braccia e le gambe sempre funzionanti e possono ripararsi dal sole e dalla pioggia…e poi possono abbracciare chi amano…io non posso. Certo che sono proprio fortunati gli umani, chissà se sanno di essere fortunati…”

Il desiderio più forte diventa incontrare questi curiosi e famigerati umani. Ma il loro creatore li mette in guardia dai suoi simili, anche se sa che non può più contenere la loro curiosità. Sa che sta per perderli.

“…il paese è terra cotta, ghiaia, sabbia e acqua schiacciate insieme. Paese è mura e rumore. Il paese è uomo. Li non vi capiranno in molti. Parecchi vi giudicheranno senza sapere chi siete. Ci sarà chi riderà di voi, ma non per giocare…”

Dopo una dimensione di rito arriverà il momento della separazione dal noto verso l’ignoto, della trasformazione, dell’incontro, della comunione per costruire un nuovo “CENTRO DEL MONDO”. Il cerchio si chiuderà ma si riaprirà immediatamente in un nuovo percorso…circolare.

 



I commenti sono chiusi.