MOSTRA + DOCUFILM
Il 9 ottobre inaugurerà la mostra fotografica
100% PALESTINA di Marco Monfredini
presso la Biblioteca Civica Italo Calvino in Lungo Dora Agrigento 95 a Torino alle ore 17,30
Una mostra che nasce “per gioco”, si fa seria, prova prendersi un po’ in giro. Cerca una strada nell’insensibilità altrui, uno sguardo presente, un sorriso sfuggente, il bene e il male. Si divide in sei sezioni: SORRISO AMARO | SGUARDI | WORK IN PROGRESS | ALTA TENSIONE | ORIZZONTI MOBILI | MISURE DI (IN)SICUREZZA |. Ogni sezione cerca di restituire tramite un approccio differente la situazione emotiva, sociale e politica palestinese.
A seguire sarà proiettato il docufilm BORDERMINDPROJECT#3 di Matteo Silvan e Marco Monfredini
Un racconto tra immagini, parole e performance dell’esperienza teatrale di Anticamera Teatro nei campi profughi e nei centri culturali palestinesi. Il documentario restituisce sullo schermo l’esperienza teatrale della compagnia italiana Anticamera Teatro che da diversi anni lavora nei Territori Occupati Palestinesi, portando il teatro nei campi profughi e nei centri culturali palestinesi tra i giovani e gli adulti. Il film si concentra sulle possibilità. Ogni strada è un possibile cammino. Ogni cammino è uno sguardo che si perde all’orizzonte. Ogni forma d’arte è un tentativo di scoperta. Come può l’occhio di una camera restituire la complessità delle esperienze e delle relazioni umane e artistiche che nascono da un lavoro teatrale? Come si può raccontare un Paese che sale alla ribalta della cronaca esclusivamente per i conflitti, da un punto di vista differente ?
La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della biblioteca (https://bct.comune.torino.it/sedi-orari/italo-calvino) fino all’evento di chiusura dell’11 novembre alle ore 18, durante il quale sarà presentato il libro IL TEATRO NEI LUOGHI DI CONFLITTO. Esperienze teatrali nei territori occupati della Palestina.
e sarà proiettato il corto PER NON PERDERMI | Una dichiarazione di amore e di violenza
La protagonista, una figura leggera su un asfalto pesante, corre per non perdersi. Per arrivare fin dove è necessario. Per scavalcare le barriere fisiche e mentali. Sta ferma e immobile, danza mentre la guerra la circonda e divora non solo la sua carne. L’odio lo tratta dapprima con imbarazzo, poi con rabbia fino ad arrivare al distacco. Cammina a ridosso di confini instabili che possono essere ritrattati e riposizionati in ogni momento. Prega anche se non sa che Dio pregare, se un Dio c’è. La violenza la fa animale per resistere ad altra violenza, inutilmente. Comprende che solo con l’amore si possono guarire le ferite e ripartire. E’ pronta a rinascere e correre, questa volta, per perdersi. Oltre ogni confine. Oltre qualsiasi linea di separazione. Per ricominciare.